PERCHÉ CI SONO LE MINIERE?
Fin dai tempi remotissimi della sua formazione la Terra ha accumulato sulla sua superficie strati e strati di materiali diversi.
Ma quale differenza tra i minerali nascosti nelle sue viscere, formatisi laboriosamente in condizioni ideali, di pressione e di calore, rispetto ai minerali di superficie, privi di materie prime. Ed ecco perché l'uomo, avido di minerali, dal ferro al carbone, dall'oro alle pietre preziose, è costretto a scavare in profondità, a scendere negli abissi degli strati antichi e primordiali.
Le miniere, dunque, sono i luoghi in cui si procede alla estrazione dei minerali dal suolo o dal sottosuolo, minerali che opportunamente trattati vengono impiegati per la fabbricazione degli oggetti d'uso comune.
I giacimenti minerari furono scoperti in tempi antichi ma la loro utilizzazione e il loro completo sfruttamento ha seguito di pari passo lo sviluppo delle conoscenze tecniche dell'uomo.
Le miniere vere e proprie si distinguono dalle «cave», in cui si procede all'estrazione del minerale «a cielo aperto»; dovendo scavare in profondità, per sfruttare a pieno un giacimento, si procede all'apertura di pozzi e di gallerie secondo un sistema razionale che tiene conto della sicurezza dei minatori e dell'agevole trasporto del materiale estratto. Questo è generalmente costituito dalla associazione di materiale utile (metalli, pietre preziose, combustibili, zolfo etc.) con uno o più materiali inutilizzabili costituenti la cosiddetta «ganga» o «sterile». Per questo alla miniera è aggiunto spesso un impianto teso a separare il materiale utile dalla «ganga».
Le operazioni che precedono il sorgere di una miniera comportano l'approfondito studio geologico della zona, per stabilire l'entità e la natura del giacimento, tramite sistemi geofisici (prospezioni magnetiche, elettriche, sismiche etc.) e metodi meccanici (trincee, piccoli pozzi, etc.).
Stabilita graficamente la disposizione del giacimento si procede al tracciamento per poterlo raggiungere, lo si segue con gallerie di direzione che lo dividono in cunicoli orizzontali detti «livelli», si aprono comunicazioni tra un livello e l'altro mediante pozzi e con l'esterno grazie ad un pozzo più grande che serve per la discesa e la salita del materiale e del personale.
Diversi sono i sistemi usati dai minatori per estrarre il materiale: di solito si usano perforatrici, mentre per le rocce più dure si utilizzano opportune cariche di esplosivo ponendo le mine in appositi fori, detti «fornelli».
PERCHÉ CERTE PIETRE SONO PREZIOSE?
Vi è delle pietre preziose una definizione antica, suggestiva ed ancor oggi valida: la pietra preziosa è una pietra piccola, rara, dura che ha ereditato dalla natura il nome di bella.
La rarità e la durezza sono proprietà che non apportano alcun pregio estetico ad una pietra pur incidendo notevolmente sul suo valore venale.
Le caratteristiche peculiari di una pietra preziosa sono tutte legate alla sua bellezza che è il risultato di fattori diversi: lucentezza, trasparenza o «acqua», elevate proprietà di rifrazione, intensità ed uniformità di tinta... e così via.
Le caratteristiche e le proprietà delle pietre preziose sono dovute al fatto che esse si presentano come cristalli naturali prodotti grazie ad un processo di solidificazione di masse fuse, in condizioni ideali di temperatura e di pressione, per cui da una iniziale formazione di «germi» di cristallo, dal regolare raggruppamento degli atomi, cioè, si sviluppa il cristallo vero e proprio, in forma poliedrica naturale.
Le pietre preziose comprendono non più di venti specie di minerali tutti cristallizzati fatta eccezione per l'opale. Di seguito ne riportiamo alcuni tipi, tra i più noti e più preziosi. Il Berillo, incoloro, con le varietà verde (smeraldo) e azzurra (acquamarina); il Corindone con le varietà rosso (rubino orientale) e azzurro (zaffiro orientale); il Quarzo, incoloro o «cristallo di rocca», nelle varietà violetto (ametista) e giallo citrino; lo Spinello roseo nelle varietà violaceo (Rubino balascio) e rosso intenso puro (Rubino spinello); il Topazio incoloro o «goccia d'acqua»; il Turchese di colore variabile dal verde al celeste; lo Zircone; infine, l'Opale, il Lapislazuli e il Diamante, incoloro, giallo, rosso, azzurro o nero.
L'uso delle pietre preziose è antichissimo: ancora oggi si può constatare come i selvaggi amino ornarsi con monili fatti con pietre o conchiglie colorate. Nonostante sia innato negli uomini il gusto per il colore, tuttavia l'uso delle pietre preziose sembra risalire ad antiche credenze ed a particolari riti religiosi.
I popoli orientali sono stati i primi a servirsi delle pietre preziose come ornamento, in virtù della grande ricchezza dei giacimenti indiani: secondo alcuni studiosi furono i Fenici ad introdurre l'uso delle pietre preziose in Europa.
Per molti secoli però esse non ebbero un'utilizzazione commerciale ma servirono ai sovrani come simboli od emblemi. Il diamante, ad esempio, in araldica simboleggia costanza, lealtà, fortezza e lo zaffiro gentilezza, pietà e giustizia.
Ben presto la loro bellezza e soprattutto la loro rarità ne hanno fatto oggetti veramente preziosi, con un preciso valore commerciale addirittura più sicuro di quello dell'oro.